FENOMENOLOGIA E MUSICOTERAPIA - Riflessioni (DOTT. E.CANTADORI –Neuropsichiatra)

11.11.2021

LA FORTUNA DI AVERE AVUTO MAESTRI DI UN VALORE INESTIMABILE:

DOTT. E.CANTADORI -Neuropsichiatra (1936-2011)

La migliore fortuna che auguro ad ogni professionista della Cura, 

ad ogni studente, ad ogni operatore 

non è quella di avere una carriera straordinaria 

ma di incontrare sul proprio percorso professionale delle figure che silenziosamente diventano mentori, di saggezza e di fiducia nel mondo.

Riallineando un progetto ad un caso che seguo nel contesto della Musicoterapia, ho ritrovato 

una relazione del 2010 redatta dal Dott. Cantadori , 

con cui ho avuto l'onore di condividere 17 anni fa una parte di tirocinio e ben 2 incontri dove personalmente è entrato nel setting di Musicoterapia per una fase di Osservazione. 

Io ero neo-diplomato, colmo di energia, ma con lo zaino delle esperienze ancora vuoto. 

A fine incontro mi parlava di cosa avesse visto, notato, vissuto e come una spugna assorbivo ogni virgola.

Proprio oggi ho avuto modo di rileggere una sua relazione

che mi è servita per ripensare e ridefinire un progetto. 

In quelle poche righe ho ritrovato il senso di cura, il settaggio mentale di come si guarda alla patologia, 

ma soprattutto quella visione Fenomenologica che il Dottore ci insegnava ancora prima di ogni pratica, tecnica, o intuizione scientifica. 

Fenomenologia??...un termine che confonde e spesso sembra una nebulosa, spesso abusato o frainteso. 

Nelle definizioni si trovano traduzioni di questo tipo: /fe·no·me·no·lo·gì·a/sostantivo femminile : Lo studio e la classificazione dei fenomeni, 

quali si manifestano all'esperienza nel tempo e nello spazio. Fenomenologia dello spirito, per Hegel (1770-1831), 

lo studio del processo in cui lo spirito si manifesta e si attua concretamente passando dalla sensazione alla suprema esperienza conoscitiva. 

Nel pensiero di E. Husserl (1859-1938), metodo di indagine filosofica basato sull'analisi dei fenomeni per come si presentano alla coscienza, intesa non come soggettività empirica, bensì come fondamento trascendentale di ogni esperienza possibile.


Forse possiamo intuire a cosa si riferisca. 

Magari dopo anni di esperienza, di confronti e supervisioni è possibile comprendere cosa si nasconda dietro a una definizione. 

Ma purtroppo noi 'Riabilitatori' dellla comunicazione e delle relazioni abbiamo bisogno di concretezza, di cose da toccare con mano.

E solo una mente illuminata che lavorava quotidianamente con situazioni difficili poteva tradurre in questo modo. 


Riporto frasi e parole di quello scritto, selezionando per questioni di privacy, senza ulteriori commenti per stimolare nel lettore la propria sensibilità, 

e la capacità di attuare una supervisione interiore utile ad affrontare i personali lavori nel mondo della musicoterapia e non solo. 

◈ [...in molte situazioni le cose vengono fatte a pezzi, cioè senza un disegno unitario di intervento, in questo modo si rischia di veder fallire molti tentativi di riabilitazione.]

◈ [...riflettere sul fatto che con i nostri ospiti non è sempre chiaro cosa ci mettono loro e cosa ci mettiamo noi della relazione..]

♕ 

◈ [...il lancio di oggetti è una modalità per scaricare le proprie pulsioni, un 'buttare fuori'...]

◈ [...occorre cercare un ambiente 'protetto', il meno stimolante possibile, l'equivoco più grosso è proprio quello di pensare di dover offrire degli stimoli per insegnare delle cose...]

◈ [...la cosa importante è l'organizzazione della giornata, la scansione del tempo e della metodicità, la routine che aiuta a creare e consolidare schemi mentali della realtà..]

◈ [..La cura non è il laboratorio,

ma come ORGANIZZO il laboratorio, lo spazio fisico, il tempo...il setting. 

Nel setting vanno attentamente tenute in considerazione le quattro variabili: 

tempo, spazio, ruolo, compito. 

Più la persona è 'grave' più la cura è organizzata attorno alle prime due variabili di Tempo e Spazio... ]

◈ [...le stereotipie, la ripetitività è per loro la verifica che il Mondo esiste..]

◈ [...un altro errore è proprio quello di cercare di' fare delle cose' , senza cercare ciò che per il ragazzo è piacevole..]

◈ [...esiste un bisogno e una paura delle relazioni che può essere colmato dal concetto di 'nido' senza pensarlo come segregazione....Le attese di 'normalizzazione' non è detto che corrispondano al suo benessere...

...Bene ogni attività che permetta di incanalare le pulsioni..]

◈ [..manca un contenitore mentale che aiuti a distinguere quello che è fuori da quello che è dentro... nelle dinamiche psicotiche 'è tutto fuori' , i pezzi vengono messi in ogni luogo, in ogni persona...]

◈ [...meno la persona è in grado di esprimersi verbalmente e maggiore è la comunicazione corporea, primitiva. 

Chi 'tocca' il corpo delle persone entra in massima relazione con loro. Si tratta di un veicolo potentissimo...Per entrare in relazione con la psicosi, bisogna essere disposti ad entrare in relazione con la nostra psicosi...]


MI auguro che questa personale condivisione porti frutto nel vostro lavoro, nelle vostre menti e nei vostri cuori. Grazie Dott. Cantadori, con gratitudine Simone Rizzardi