La Vera Arte della Musicoterapia è l'incontro con il Reale! Una lezione ispirata dal Prof: Recalcati   

07.10.2025

Un articolo di Massimo Recalcati comparso sulla Repubblica ha catturato la mia attenzione e ha aggiunto luce sulla mia prospettiva della musicoterapia. @ Il concetto è potente, quasi una dichiarazione d'amore per chiunque lavori con l'espressione artistica: "Il vero problema dell'arte non è mai quello della fuga dalla realtà, quanto piuttosto dell'incontro traumatico con il reale."

Articolo Blog  curato da Simone Rizzardi (musicoterapeuta) 


Non è forse questa, mi sono chiesto, la stessa dinamica che si dispiega, ogni giorno, tra i suoni della nostra stanza di musicoterapia e l'anima dei nostri pazienti? 

Il nostro lavoro non è forse proprio quello di facilitare l'espressione di un incontro a volte difficile, ma sempre autentico con il Reale che si nasconde?

Tutti noi abbiamo la nostra confortevole 'Realtà' Sonora


Recalcati fa una distinzione cruciale, presa in prestito da Lacan: quella tra realtà e reale

E fidatevi, se trasponiamo questa distinzione nel mondo del suono, tutto diventa incredibilmente chiaro.


La Realtà, ci spiega, è il piano della rappresentazione

È il quadro costante, rassicurante e prevedibile, come "il sole che domani, come ogni altro giorno, sorgerà immancabilmente all'alba." 


In musicoterapia, questa è la nostra zona di comfort: il brano preferito del paziente, il setting ritrovato, la melodia o il ritmo che usiamo per stabilizzarci, il saluto sonoro per sentirci connessi e al sicuro. 


È la struttura, il linguaggio musicale che ci permette di navigare le emozioni senza affondare subito. 

Creare questa "realtà" sonora all'inizio di una sessione è vitale; è il velo protettivo che diamo al paziente e allo stesso tempo la conferma di una accettazione incondizionata.


Ma Recalcati ci avverte: questo quadro si edifica su una rimozione collettiva, ovvero potrebbe nascondere il disordine e il dolore.



Quando il reale irrompe si apre il 'trauma' del suono.


Ed è qui che entra in gioco il Reale, l'elemento che ci infiamma! Il Reale è il *trauma, la *catastrofe*, l'irrappresentabile. È ciò che dissesta l'ordine già stabilito della realtà.


Pensate a quando un paziente, nel pieno di un'improvvisazione tranquilla, improvvisamente colpisce con violenza un tamburo, creando un suono aspro, sgradevole, o quando c'è un'interruzione ritmica netta e inattesa, un lancio di un oggetto sonoro, un grido a squarcia gola come un sibilo impercettibile o addirittura un silenzio cupo e prolungato o uno sguardo verso un particolare strumento. 


Quello non è un errore musicale o un insignificante inciampo; quello è il Reale che rompe il velo! Quella è l'energia emotiva pura che non ha trovato posto nella rappresentazione rassicurante (nella sua "realtà" emotiva) e irrompe come una dissonanza, un rumore, un silenzio troppo carico.


Il musicoterapeuta non deve fuggire da questo momento (non deve fuggire dalla realtà!), ma, al contrario, deve accoglierlo, perché come dice l'articolo, è l'incontro traumatico con il reale


È il momento in cui la musica smette di essere solo un linguaggio e diventa l'esperienza della catastrofe emotiva che il paziente ha cercato di tenere a bada.


È l'opportunità di dare spazio sonoro a ciò che non ha parole e non ha melodia.


Ed è forse anche questo labirinto operativo che distingue la Musicoterapia da altre forme di intervento musicale socio\relazionale o non verbale?

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Ci si accorge quindi dall'impatto per iniziare a pensare una integrazione terapeutica


Dunque, se l'arte è "quel reale che rompe il velo configurandosi come esperienza della catastrofe," la fase finale della musicoterapia consiste nell'elaborazione di questa rottura.


Il suono caotico, la dissonanza brutale—l'irruzione del Reale—non è il punto d'arrivo, ma il punto di svolta. Il musicoterapeuta accompagna il paziente a prendere quel frammento sonoro traumatico e a darne una forma.


Si lavora affinché la sequenza caotica o dissonante (il Reale incontrato) possa essere integrata in una nuova struttura sonora (la nuova Realtà). 

L'obiettivo non è eliminare il trauma, ma imparare a contenerlo, a inserirlo nella propria narrazione sonora. In questo modo, l'individuo dimostra di poter contenere ciò che era irrappresentabile, trasformando l'esperienza traumatica in un elemento vitale e gestibile della sua vita emotiva.


Questa riflessione di Recalcati è la conferma più alta del perché la nostra professione è così potente: la musicoterapia non è un divertissement o una tecnica di rilassamento per fuggire dai problemi. 


È l'arena sicura dove l'anima può finalmente permettersi l'incontro autentico con il suo Reale irrappresentabile, usando il suono come strumento di scoperta e di cura


E non è questa la vera, profonda, vocazione dell'arte e della Musicoterapia? 🎶


*("Catastrofe" deriva dal greco antico katastrophé , composto da katá (κατά), che significa "giù", "sotto", e stréphein (στρέφω), che vuol dire "volgere", "rivoltare". Il significato letterale è quindi "capovolgimento", "rovesciamento" o "stravolgimento", indicando un cambiamento radicale e spesso improvviso della situazione)

*(L'etimologia della parola Trauma deriva dal greco antico "τραῦμα" (traûma), che significa "ferita" o "rottura")


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Simone Rizzardi

Founder Musicoterapiaviva.it

✪ Musicoterapeuta, Operatore e Consulente nel Benessere del suono.

Esperto di applicazioni della musica in contesti Clinici e di Crescita personale. ✪ Musicista

e appassionato della Valorizzazione dei Talenti delle persone - Scopri chi è Simone